25/01/2018
Un riconoscimento trasversale di una carta vincente da investire per il proprio futuro professionale. Dai più importanti enti del settore pubblico alle realtà private, il valore delle certificazioni di lingua inglese, come quelle del Cambridge English, per trovare lavoro e selezionare il personale è sempre più consolidato anche in Italia. A testimoniarlo la recente scelta dell'Inps che, per il suo imminente concorso (il cui bando di iscrizione si è chiuso lo scorso 27 dicembre), ha richiesto tra i requisiti per i suoi nuovi dipendenti anche una conoscenza certificata dell'inglese. Un'indicazione significativa perché arrivata da un ente fondamentale di un settore pubblico che sempre più pare allinearsi alla tendenza già presente nel comparto privato di valorizzare il possesso di una certificazione. E perché l'Inps ha deciso in questo senso? In quanto, riferisce l'Istituto Nazionale di Previdenza, la certificazione “consente una verifica più completa e approfondita, ed è in grado di testare non solo competenze di scrittura e lettura ma anche di ascolto e di espressione orale, cosa che una prova scritta gestita internamente non può fare”.
Certificazione di livello B2 per l'Inps
In particolare la scelta dell'Inps ha portato alla richiesta per i candidati al concorso, che riguarda l'assegnazione di 365 posti di lavoro, di una certificazione d'inglese almeno di livello B2 tra i requisiti. Una decisione che è stata negli ultimi mesi tra gli argomenti al centro del dibattito sul concorso stesso e che, dopo la scadenza dei termini del bando d'iscrizione, permette ora di svolgere una riflessione approfondita sul valore aggiunto che le certificazioni garantiscono sia in assoluto sia rispetto ad altri metodi di verifica delle conoscenza della lingua inglese.
La previdenza nell'era della globalizzazione parlerà anche inglese
La decisione non ha penalizzato l'Inps dal punto di vista della partecipazione. Secondo i numeri diffusi dallo stesso ente, infatti, le domande valide presentate per il concorso sono state 22.519. E, per quanto riguarda le certificazioni di lingua inglese, il 41% di quelle pervenute sono state di livello C1 o superiore. “Una conoscenza minima dell’inglese è stata richiesta dal concorso per venire incontro alle nuove richieste degli utenti dell’Inps - hanno spiegato dall'ente previdenziale - ci sono sempre più lavoratori stranieri in Italia che si rivolgono a noi per richiedere le prestazioni offerte dall’Istituto e, in generale, i lavoratori sono molto più mobili, si spostano per lavoro fra Paesi e, per questo motivo, abbiamo sempre più bisogno di dialogare con gli istituti di previdenza e protezione sociale esteri”. Una tendenza che pare destinata a continuare perché “anche grazie all’iniziativa dell’Inps ci sono importanti progetti di cooperazione fra i sistemi dell'Unione Europea con la creazione di un unico codice di protezione sociale in Europa. Questo porterà con sé un’intensificazione degli scambi di informazioni e dei contatti con istituti simili operanti in altri Paesi europei”.
Livello e valore aggiunto della certificazione, anche in futuro
Nel momento in cui è stato scelto di inserire una certificazione di lingua inglese tra i requisiti del concorso Inps, l'ente ha valutato attentamente tutti gli aspetti dell'attestazione richiesta. A partire dal livello minimo, individuato nel B2 in quanto, come comunicano dall'ente, ritenuto “un livello di inglese sufficiente per comprendere e comunicare concetti complessi quali quelli che riguardano i requisiti e i benefici collegati alle prestazioni di natura previdenziale e assistenziale gestite dall’Inps”. E tutto fa pensare che l'Istituto di Previdenza potrebbe richiedere una certificazione anche per i concorsi dei prossimi anni: “Sì, speriamo che un requisito minimo di inglese continui ad essere richiesto per futuri concorsi all’Inps - confermano infatti dall'ente - proprio per il fatto che è oggi necessario per gestire molte richieste di coloro che si rivolgono all’istituto”.
Il valore della certificazione di conoscenza della lingua inglese nel settore privato
Se la scelta dell'Inps è stata vista come un fattore di novità che potrebbe aprire una nuova tendenza nel settore pubblico italiano, in quello privato il valore delle certificazioni di lingua inglese per la selezione del personale, come quelle di Cambridge English, è già da tempo consolidato. Ne è conferma l'approccio con cui a tali attestazioni guarda uno dei punti di riferimento del comparto del recruiting, The Adecco Group: “È fondamentale, specialmente per le posizioni lavorative in cui la conoscenza delle lingue è un requisito indispensabile - spiega Mariangela Lupi, Head of Humanity Development and Education Department per The Adecco Group - quando il candidato non dispone di una certificazione, Adecco certifica il livello di conoscenza delle lingue attraverso l’utilizzo di test che permettono di entrare nel dettaglio della competenza, verificando il grado di conoscenza a livello di scritto, orale e di comprensione; e attraverso colloqui svolti totalmente in lingua”.
I settori privati in cui è maggiormente richiesta una certificazione
A richiedere esplicitamente una certificazione di lingua sono soprattutto imprese con determinate caratteristiche e di alcuni comparti: “Succede prevalentemente nelle multinazionali - prosegue Lupi - e nei settori chimico-farmaceutico, aeronautico, aeroportuale, del commercio e nei contesti multinazionali in genere”. Un elemento da tenere quindi ancora in maggior considerazione quando si ha l'aspirazione di varcare professionalmente i confini italiani, arrivando a confrontarsi con le realtà di altri Paesi, e occorre essere competitivi nonostante una concorrenza agguerrita: “Non abbiamo dati certi su questo tema rispetto agli altri principali Stati Europei. Sicuramente però i Paesi del Nord Europa hanno un livello di inglese molto più alto rispetto a quello presente in Italia per cultura, istruzione e maggiori similarità nella lingua. La nostra situazione può essere paragonata a quella delle nazioni latine come Spagna, Francia e Portogallo”.