10/09/2019
Migliaia di studenti, sia italiani che stranieri, prenderanno parte il 12 settembre all’IMAT (International Medical Admissions Test), il test in lingua inglese per accedere ai corsi di Medicina e Chirurgia in lingua inglese in 13 atenei italiani.
Realizzata dal MIUR in collaborazione con il Cambridge Assessment, la prova di ammissione sarà ospitata dalle università italiane interessate e da una selezione di centri autorizzati Cambridge Assessment English presenti nel mondo.
Le università con più richieste di ammissione sono quelle di Milano (Statale, 15%), Bologna (14%), Pavia (12%) e Roma (La Sapienza, 11%).
Sono migliaia gli studenti universitari di tutto il mondo che quest’anno prenderanno parte all’IMAT (International Medical Admissions Test), il test di ammissione universitaria in lingua inglese messo a punto nel 2011 da Cambridge English che permette di accedere ai corsi di Medicina e Chirurgia in lingua inglese previsti dalle facoltà di 13 università italiane.
La prova di ammissione, realizzata e organizzata in Italia grazie alla collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e il Cambridge Assessment Admission Testing, leader nel campo della creazione di test per l’accesso universitario, ha come obiettivo quello di contribuire ad internazionalizzare l’università italiana attirando talenti anche dall’estero. Inoltre, rappresenta una valida alternativa ai test di ingresso a numero chiuso in lingua italiana, offrendo la possibilità agli studenti italiani di specializzarsi in lingua inglese per avere più ampie prospettive lavorative in futuro.
Oltre ai tanti candidati italiani numerosi saranno quelli provenienti dall’estero che svolgeranno l’IMAT il 12 settembre presso una selezione dei 2.800 centri autorizzati del Cambridge Assessment English presenti in tutto il mondo. La prova potrà quindi essere sostenuta sia nelle 13 università italiane coinvolte che in altre città in Europa (Atene, Barcellona, Nicosia, Londra, Monaco, Zurigo, Parigi e Varsavia), Asia (Istanbul, Dubai, Jeddah, Gurugram, Hong Kong e Tel Aviv), Nord e Sud America (New York, Toronto, San Paolo).
Al primo posto per numero di richieste di ammissione ai corsi in lingua inglese alla facoltà di Medicina e Chirurgia, rivela Cambridge Assessment, c’è l’università Statale di Milano, cui è interessato ad accedere il 15% degli studenti, un quarto dei quali svolgerà l’IMAT nei centri del Cambridge Assessment English all’estero. A seguire ci sono Bologna (14%), Pavia (12%) e Roma con La Sapienza (11%).
Per quanto riguarda lo svolgimento del test, tra le italiane la sede che raccoglierà il maggior numero di candidati è quella di Bologna (15%), mentre all’estero sul podio ci sono Istanbul (17%), Londra (11%) e Atene (10%).
Il test IMAT, in versione cartacea, si svolge in 100 minuti ed è composto da sessanta quesiti, ciascuno con cinque opzioni di risposta. Ad una prima sezione di cultura generale e ragionamento logico, ne seguono altre tre che testano le conoscenze e le abilità scientifiche degli aspiranti in Biologia, Chimica, Fisica e Matematica. Il livello di lingua inglese suggerito dal Ministero per svolgere il test e seguire il corso di laurea in lingua inglese è il B2 o superiore, e tra le certificazioni riconosciute dal Ministero c’è anche il B2 First Cambridge.
“L’istruzione superiore in Italia sta diventando sempre più internazionale, dando la possibilità da una parte agli studenti di stranieri di formarsi in Medicina nelle università italiane con i più alti standard educativi, dall’altra agli studenti italiani di aprirsi le porte ad una carriera internazionale”, sottolinea Peter McCabe, Head of Italy Cambridge Assessment English. “Il lavoro che svolgiamo in collaborazione con il MIUR ha lo scopo di garantire alle università italiane studenti provenienti da tutto il mondo con le giuste competenze per affrontare con successo la carriera accademica. A dimostrare la bontà e l’attrattività dei corsi di laurea in lingua inglese svolti in Italia, sono i numeri dei candidati ai test IMAT: dal 2017 al 2019 la crescita di iscritti è stata di oltre il 20%”.